scrittore e poeta
IL GUSTO DEL RACCONTO: passione, emozione, stupore, dolore, saggezza, casualità, affetto.
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Io sono un elfo.
Non si tratta di un sogno e nemmeno di una allucinazione, quella che hai davanti è una persona: un elfo.
Ma non sei molto diverso da me, solo che sei un po’più piccolo e molto magro.
Io non sono eguale a te Gino, guarda le mie orecchie: sono a punta, e i miei occhi, vedi? Sono verdi come le foglie del bosco e come le foglie del bosco cambiano di colore secondo il tempo e le stagioni.
Ma gli elfi non esistono, sono creature magiche che abitano nelle favole che la mamma mi raccontava quando ero più piccolo.
No, no. Gli elfi esistono, sono sempre esistiti, da molto prima che veniste voi uomini a popolare il mondo.
Per questo siamo finiti nelle vostre fiabe. Le favole sono ricordi di qualcosa che era un tempo e ora non è più. Ma come tutte le leggende hanno sempre un fondo di verità.
Un amore all’improvviso
Successe tutto in un momento, mentre tornava a casa attraversando il parco a piedi.
Il parco divideva la sua abitazione dal centro città, un paio di chilometri in tutto e al mattino era facile incontrare qualche persona intenta a correre o signori che portavano il cane a passeggiare.
Gli piaceva attraversarlo per andare a lavorare o anche per fare una passeggiata quando si sentiva nervoso.
Un bel parco, alberi grandi, secolari e grandi viali a circondare radure erbose divise da siepi di arbusti e noccioli.
Un piccolo lago ne occupava il centro, meta prediletta delle mamme con bambini che li portavano a dar da mangiare alle anitre ed ai cigni che veleggiavano nell'acqua, maestosi e lenti questi tanto quanto nervosamente e frettolosamente in gruppi starnazzanti le altre.
L’acqua miracolosa
...ma tu sei un grande guerriero Xulai!
Lo metti in dubbio?
Non hai sterminato i tuoi nemici nel paese di Xer, anzi li hai annessi e risparmiati, rendendoli più importanti e orgogliosi di quanto mai siano stati. Perché lo hai fatto?
La conversazione era impegnativa.
Dopo una notte di bevute e allegria si erano finalmente seduti accanto al fuoco mentre l’energia si dissipava, il corpo si rilassava e avevano cominciato a discutere di ciò che avevano visto e ascoltato nel tempio della fonte.
Di rado conversavano durante i pasti.
Perché gli Dei scendono sulla terra per mostrarci il nostro potere?
La ragazza che correva sui prati
Era in ansia perché aspettava l’arrivo del suo uomo. Lo amava, oh se lo amava.
Non sapeva capacitarsi neppure lei di questo sentimento incontenibile. Ogni volta che guardava i suoi luminosi e grandi occhi azzurri, sentiva un brivido percorrerle la schiena.
Eppure, era certa di esserne ricambiata, anche se non nel modo in cui ne aveva sentito parlare da quelle che, una volta, erano sue amiche.
Lui non aveva mai, per lei, una parola gentile, una carezza inattesa. Entrava, stanco morto per il duro lavoro della giornata poi si sedeva a tavola e cenava, in silenzio.
Lei si dava da fare, cercando di intavolare una qualche forma di conversazione cui lui rispondeva solo con grugniti. Si. No.
VITA DI PAESE
Gazzettino spicciolo a tiratura totale e riporto orale del Bar dell’Albero: località Paese, in piazza.
Fonti: tutte le persone che passano e si fermano per un momento, tutte dunque anonime.
Informatori: tutti quelli che passano.
Commentatori: tutti. Uomini e donne di tutte le età; persino i ragazzi.
Opinioni: differenti e contrastanti per età e sesso.
Un episodio grave ha scosso la nostra quiete cittadina.
Uno scandalo, ieri, nella nostra città! Proprio uno scandalo!
Questi ragazzi di oggi... non hanno più rispetto...
non hanno valori...
ma cosa vogliono cercare, non si accontentano mai di niente...
NONNO
Un arzillo vecchietto, senza capelli e con grandi baffoni candidi. Erano segnati, in un punto, dalla presenza di un buco.
Un vero buco, strinato, giallastro di nicotina nel punto dove sostava perennemente la "cicca".
Lui non ha mai consumato niente del toscano: non si limitava a fumarlo.
Alla fine quando aveva finito di bruciargli i baffi, l'ultimo pezzetto semplicemente lo masticava e poi, come usava all'epoca, sessanta forse fino a cinquanta anni fa, sputava.
Era la carta igienica dell’epoca.
L’AMORE, QUELLO VERO.
Sono qui seduto sulla spiaggia, osservo i mie figli che giocano sfidando le piccole onde che si infrangono sulla sabbia; osservo mia moglie che costruisce assieme al più piccolo un castello con tanti fossati che l’acqua riempie distruggendo le strutture che loro ricostruiscono in continuazione.
Il sole splende ed illumina il loro sorriso, il rumore del mare si sovrappone come uno sfondo ai loro richiami, alle loro risate. Che splendida famiglia, che splendida donna mia moglie.
E’ molto bella con i capelli biondi raccolti da un elastico e un fisico mozzafiato messo in evidenza dal costume.
Osservo gli sguardi ammirati ed invidiosi degli uomini che passano accanto a lei e gli sguardi invidiosi delle donne.
Credo di essere felice in questo momento di serenità assoluta.
Lei non ha nulla di meno anzi anche molto di più di ciò che abbiano avuto le donne del mio passato.
Cosa la rende dunque tanto diversa? La tranquilla e determinata accettazione del nostro rapporto, semplice, complice e condiviso. E’ la mia compagna in ogni momento, triste o gioioso, problematico o tranquillo. Ogni tanto si volta verso di me ed i suoi occhi azzurri sorridono sereni. Finalmente ho trovato la mia dimensione, il mio scopo nella vita: lei e loro.
Adesso so finalmente cosa sia l’amore, quello vero.
Abbacinato dal sole radente che si riflette e rifrange sull'acqua, mi lascio andare ai ricordi di quando ero succube delle passioni senza scopo e mi rendo conto che è un percorso comune a tutti siano uomini che donne. E mi rendo anche conto che sono le donne a determinare il corso degli eventi.
Lei è bellissima!
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Davanti a un fuoco. Intere generazioni hanno passato ore liete e di lavoro seduti davanti al fuoco di un falò o di un caminetto: nelle stalle di una volta, nei più esclusivi club d’affari, nei salotti buoni e nelle case di gente qualunque, attorno ad una tavola imbandita, sulle spiagge dell’estate. Milioni di storie, vere o inventate, sono state raccontate davanti al calore delle fiamme, al loro movimento eternamente ipnotico. Discussioni accese e profonde, pettegolezzi, storie della buona notte, storie d’amore, ogni genere di storie e racconti hanno ravvivato e accompagnato il più semplice istinto di ogni uomo, donna o bambino: godere della compagnia degli altri ma tutte le storie contengono sempre un messaggio, un insegnamento da diffondere, da tramandare. Le storie contengono e tramandano il senso profondo dell’umanità.
ALLA RICERCA DELLA VERA VERITÀ.
discussione attorno a una tavola imbandita
Eravamo a tavola tutti assieme all’incirca nel periodo di Natale.
Durante la cena lo spazio conviviale, come ai tempi della gloria ateniese, tra un sorso di vino (Brunello del 1989) e una forchettata di cotechino, viene incanalato dalla discussione e noi, novelli filosofi divaganti, ci interroghiamo su uno strano ma attuale argomento: la verità!
La domanda principale, la verità esiste?
Domande correlate: la verità è unica ed univoca, scientificamente dimostrabile?
È dura battaglia ma intervengono le donne, come sempre provocatorie e fortemente presenti ed ecco, forse, la soluzione.
La formazione di ognuno dei partecipanti incide sulla discussione, come è giusto che sia, ed ognuno porta e confronta il suo punto di vista, stranamente sostenendo la sua propria “verità”.
La verità, dunque, dipende e può avere aspetti differenti e differenti proposizioni, nelle varie situazioni, rispetto chi la propaga e chi l’ascolta?
Ricordo con orrore le sputacchiere, presenti in tutti i locali e dal barbiere nella mia infanzia, come ricordo i gabinetti, i cessi esterni con la scritta 00 e le ore passate a ritagliare quadrati di fogli dai giornali per appenderli al chiodo infisso accanto alla turca o poi ancora, all’inizio almeno, nel bagno di casa.
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