scrittore e poeta
Link alla videopoesia: IL MIO PAESE
L’amore si insinua tra le dita che sfogliano una margherita: ciò che siamo e ciò che vorremmo essere si scontrano e si incontrano in un tormento esteriore ed interiore.
Il poeta Antonio Balzani invita all’introspezione e alla riflessone interiore perché solo scoprendo le nostre vere emozioni possiamo rallentare il flusso del panta rei.
Ciao ragazzi, volevo salutarvi. Sto per partire.
Un lungo viaggio che tanto ho atteso.
Non siate tristi,
so che lo sarete perché con me venire non potrete.
La prima volta ma proprio non posso.
Non siate tristi,
io non lo sono anzi, un po' eccitato in verità
perché non so cosa sarà né dove mi porterà.
Come ogni viaggio lo so, qualcosa cambierà.
Mi piace viaggiare, lo sapete,
tutta la vita l’ho aspettato e sono ben preparato.
Dove vado? Questo non so,
un luogo ameno qualcuno mi ha detto, di più non so.
Un luogo tranquillo che è…
chissà dov’è
forse sull’isola che non c’è.
Viaggio leggero,
non porto niente perché non so come sarà.
Solo di voi, porterò il ricordo.
Non mi cercate, sono in viaggio non mi trovate,
nel vento e nel sole dovrete guardare.
Mi resta un dubbio, una domanda
se un segno ho lasciato nel tempo
passato in questo mondo che ho tanto amato.
Nessun rimpianto anzi, uno solo
il tempo sprecato per averlo anche odiato.
Quando verrete mi troverete,
vi aspetterò e allora voi mi direte.
Lascio qui tutto, a me non serve.
Quello che resta fate il favore, non lo legate,
lasciatelo andare, lasciatelo libero di volare.
Io viaggerò, arriverò, al mondo nuovo, mi adeguerò
e poi, nel ricordo, vi aspetterò.
Sarò in quel posto che è…
chissà dov’è
forse nell’isola che non c’è.
È ora di andare devo partire è un’emozione
l’ansia, l’attesa, la nuova avventura, un po' di dolore.
Chissà come sarà, dove mi porterà ma non importa
il viaggio lo farò e giunto laggiù vi attenderò
perché scordarvi, comunque, mai potrò.
Ci troveremo quando verrete, ma fate con calma,
vi guiderò fino a quel posto, nuovo e accogliente che è…
chissà dov’è
forse sull’isola che non c’è.
Canzone per un amore
La gente non esiste. La gente,
la gente non conta niente.
Quanti discorsi non fatti,
quante parole non dette.
Quanto tempo,
quanto tempo ho sprecato,
quante domande non fatte.
Parole,
parole che ho soltanto pensato.
E poi le risposte,
quelle risposte che da solo mi sono dato.
Paura per tutto, paura.
Avevo paura della gente
paura della gente
paura di quello che la gente avrebbe pensato
pensato la gente di me.
È così che ho vissuto chiuso nel mio mondo
in silenzio, appartato.
Quante parole ho pensato, parole,
parole non dette,
discorsi non fatti.
Risposte,
risposte le ho cercate
e sempre, da solo, me le son date.
Ma un giorno…
Quel giorno sei arrivata tu
e hai riempito il mio mondo di luce,
parole, domande, risposte.
Tu, proprio tu: sei arrivata tu.
Sei arrivata tu e io mi sono aperto,
al mondo, mi sono aperto
a te
che sei diventata il mio mondo.
E ho scoperto che la gente,
la gente non esiste.
La gente,
la gente non conta niente.
La gente,
la gente non esiste.
E non avevo più paura.
Allora ti ho rincorso.
Ti ho rincorso ed inseguito.
Con te mi sono aperto.
Allora son tornato,
tornato ad essere un uomo.
Mi sono arrabbiato,
mi sono liberato,
ho urlato in faccia alla gente,
tutti i miei pensieri,
tutte le mie parole prima di capire,
che ora c’eri tu.
Allora son tornato nel mondo,
dove esisti tu.
Dove esisti solo tu e la gente,
la gente non esiste,
la gente,
la gente non conta niente.
Esisti solo tu.
Soffia, soffia
soffia vento, non ti fermare.
Spazza l’uomo sulla terra
lui non ti può fermare.
La tua voce nelle orecchie lo fa innervosire.
È potente l’animale
ma non ti può fermare.
Urla, urla forte vento,
fagli sentire chi è davvero sulla terra,
a comandare.
Sposta la sabbia, mordi le rocce.
Alza la cresta alle onde del mare,
sposta le nubi, fai nevicare.
Vento, leggero e pieno di forza
ora basta.
Anche tu ti devi limitare,
hai un lavoro che devi fare.
Degli amanti, i tormenti
dovresti portare,
le preghiere, i canti,
i semi dei fiori,
le onde nell’erba devi formare.
Dormi ora vento,
lasciaci andare,
i marinai hanno famiglia,
i bimbi gli aquiloni,
falli volare.
Vento, vento leggero,
vento gentile,
falli sognare.
Lentamente,
trascorre il mio tempo,
un tempo finito, nel tempo infinito.
Lentamente il tempo trascorre,
il sole riscalda,
m’illumino di conoscenza.
Lentamente
costruisco il mio Io e anche il mio Dio.
Lentamente
il vuoto riempie sé stesso
di nuova sostanza.
Lentamente
da piccoli semi germoglia la vita
sbocciano fiori, colorano il mondo.
La luna,
d’argento di rosso e di rosa,
riveste l’amore.
Lentamente, trascorre la vita,
dall’alba al tramonto riluce
e arriva il crepuscolo.
Uno sprazzo più intenso
disegna il tramonto
poi tutto si spegne.
Lentamente.
Solitudine, pensiero espanso.
Da dentro sul fuori, da fuori sul dentro.
Pensiero profondo, incontrollato.
Rimorso e rimpianti,
scuse mai fatte, parole mai dette.
Piacere elementare, il silenzio,
un silenzio profondo che viene dal cuore.
Uccelli aggraziati volano alti
in gruppi chiassosi nel cielo serale.
Azzurro profondo,
abisso,
venato da nuvole bianche e più scure, in corsa tra loro.
Dove sei mondo,
inesauribile di vita, di rumoroso nulla ripieno?
Ti odio e mi manchi,
più della mia libertà.
Gennaio 1985
A mia figlia
Momento intenso
Intriso di sangue e dolore.
Un ultimo sforzo d’amore.
Sei arrivata con la neve
Hai portato il sole.
Leggère
si spostano di fiore in fiore.
Ne hanno gli stessi colori,
sono rosse, son gialle,
bianche o mischiate.
Si posan su foglie e sui fili d’erba
nel prato assolato.
Fiori fra i fiori
inseguon la vita,
pur breve, infinita.
Sarà solo un giorno ma loro non sanno.
Un colpo di vento le aiuta a volare
son tutte insieme per un momento.
Un prato, fiorito nel cielo.
Il tempo è passato!
È passato il tempo, dimmelo
ma guardami negli occhi.
È passato il tempo,
tanto tempo
e oggi siamo qui.
Siamo qui!
Oggi!
E continuiamo a camminare.
È passato il tempo
ma ancora tanto
ne deve passare.
È passato, sì, è passato il tempo!
Rosa e azzurri,
grembiulini e fiocchi,
il tempo delle caramelle.
Amore sarà per sempre,
che buone son le mele.
Una stretta di mano che sigla un contratto.
Sì!
È passato il tempo
ma tanto ancora
ne deve passare.
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